La Storia

Molto + di un Fondo Pensione

Il Fondo Pensione Crédit Agricole.

In Italia, come in molti altri paesi, il sistema pensionistico di base è in evoluzione: si vive infatti sempre più a lungo, l’età media della popolazione aumenta ed il numero dei pensionati è in crescita rispetto a quello delle persone che lavorano; da ciò deriva un progressivo “ritiro” della previdenza pubblica che, per potersi mantenere in equilibrio, è costretta a ridurre le prestazioni erogate.

La riforma previdenziale del ‘95 (Legge Dini) ha introdotto il sistema contributivo (pensione calcolata sul totale dei contributi versati, rivalutati in base alla media quinquennale del PIL), destinato a sostituire il precedente sistema retributivo. Per effetto di tale riforma le pensioni di tutti coloro che, alla data del 31.12.1995, avevano meno di 18 anni di iscrizione all’INPS, saranno fortemente penalizzate.

Con la riforma Monti-Fornero del 2011, oltre all’estensione del sistema contributivo a tutti i lavoratori dall’1.1.2012, si è dato corso ad un progressivo innalzamento dei requisiti pensionistici legati alle aspettative di vita. Di fatto si andrà in pensione sempre più tardi con prestazioni sempre più basse.

Lo Stato, pertanto, al fine di garantire ai futuri pensionati un trattamento il più possibile vicino alla retribuzione goduta in servizio, incentiva la previdenza complementare volontaria (“secondo pilastro”), che ha l’obiettivo di produrre una rendita aggiuntiva e si affianca al “primo pilastro” del sistema pensionistico pubblico obbligatorio.

A chi si iscrive ad una forma pensionistica complementare vengono quindi garantite significative agevolazioni fiscali sul risparmio ad essa destinato.

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Fino dal 1990…

presso la ex Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, erano previsti trattamenti pensionistici integrativi aziendali operanti secondo lo schema del “fondo pensione a prestazione definita”. Questi fondi erogavano una pensione che prescindeva dai contributi versati, ed era determinata in funzione di altri elementi (in genere, l’anzianità di servizio e la retribuzione).

Dal 1999 è stato avviato un articolato processo che - attraverso una pluralità di accordi tra la Banca e le Organizzazioni Sindacali - ha portato alla trasformazione dei precedenti fondi a prestazione definita in un unico Fondo a contribuzione definita e capitalizzazione individuale, con la contestuale istituzione, presso il patrimonio della Banca, di una apposita Sezione a prestazione definita, con vincolo di destinazione.

A seguito del processo di riorganizzazione societaria che, nel tempo, ha portato alla costituzione ed ampliamento di quello che oggi è il Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia, il quadro dei trattamenti pensionistici operanti a favore del personale del Gruppo è risultato piuttosto complesso ed eterogeneo. Al fine di ovviare a questa situazione di frammentazione, fonte di disomogeneità e di difformità di trattamento all’interno del personale del Gruppo, le Banche e le Organizzazioni Sindacali hanno ritenuto opportuno costituire una forma previdenziale che potesse rappresentare un punto di riferimento unitario per tutte le nuove realtà di Gruppo, intervenendo a tal fine sul Fondo Pensioni Aziendale già in essere, che risultava la forma di previdenza alla quale era già iscritta la parte preponderante del personale del Gruppo.

Nel 2007 il Fondo ha ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica ed è, oggi, un soggetto giuridico autonomo, totalmente distinto dalle Società che ne costituiscono, unitamente alle Organizzazioni sindacali, le Fonti Istitutive, pur ponendosi in un’ottica di assoluta continuità con il precedente Fondo pensioni aziendale.

Per effetto di una serie di accordi sindacali stipulati dal 2007 in poi, il Fondo è divenuto l’attuale Fondo Pensione Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia, i cui Uffici si trovano in Parma, presso il Centro Direzionale del Gruppo, Crédit Agricole Green Life.

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